Lo shiatsu a Piazza Bologna. Uno dei punti fermi di A.R.E.M.
Le origini
Lo Shiatsu è una pratica di trattamento del corpo dalle origini molto antiche. La matrice originaria, proveniente dall’India, fu trasmessa all’interno di quell’enorme flusso di conoscenze di cui i monaci buddisti si fecero portatori nei loro lunghi viaggi attraverso i paesi asiatici. Il massaggio indiano divenne “Anmo” e “Tuina” in Cina e, attraverso la Cina stessa, “Anma” e “Ampuku” in Giappone assumendo ogni volta caratteristiche diverse. A partire dal VI secolo dal buddismo di scuola cinese nacquero le pratiche Zen; sin dal XVI secolo dall’occidente furono poi importate tecniche mediche e di massaggio. Nel 1954 lo Shiatsu fu ufficializzato, dal Ministero della Salute giapponese, come “pratica terapeutica autonoma”.
Le scuole
Dopo diversi anni il pensiero e le tecniche cominciarono a differenziarsi secondo due modalità distinte: a carattere sintomatico la scuola del Maestro Namikoshi (in linea con un più generale momento di revisione culturale conseguente alla disfatta della 2° guerra mondiale); a carattere energetico la scuola di Zen Shiatsu del Maestro Masunaga, che segui un processo inverso ricollegandosi alle origini del pensiero naturalistico-taoista e ricercando, al contempo, una chiave di lettura personale dello squilibrio energetico (e quindi della malattia) che tenesse conto, oltre che delle energie emotive più sottili, anche degli aspetti psicologici (Masunaga era anche psicologo).
Namikoshi utilizza un sistema di “punti” e di tecniche finalizzato al trattamento sintomatico dei disturbi. Masunaga (che poi è l’approccio dello Shiatsu a Piazza Bologna presso l’Arem), per il trattamento degli squilibri energetici, fa riferimento ad un sistema di “canali energetici” che corrispondono solo in parte ai 12 Meridiani della medicina cinese classica. Il sistema dei canali energetici non è costituito solamente da linee sul corpo, ma rappresenta le funzioni vitali dell’essere umano unitamente agli aspetti emotivi, psicologici e spirituali. Ad esempio il meridiano associato agli organi dei Reni rappresenta la forza vitale dell’individuo, l’energia ancestrale presente sin dal momento del concepimento e della nascita (noi occidentali parleremmo di DNA) ed è collegato all’emozione della paura, dell’insicurezza, alla mancanza di “spinta” a condurre la propria vita.
Il contesto
Dal punto di vista filosofico e culturale lo Shiatsu fa riferimento all’insieme di conoscenze della Medicina Cinese classica e del Taoismo. Secondo il pensiero cinese antico Uomo e Universo (microcosmo e macrocosmo) sono entrambi regolati da un complesso sistema energetico: le leggi che regolano il mondo naturale sono le stesse che regolano il funzionamento del nostro organismo.
I principi di fondo di tale filosofia si possono riassumere in:
- La legge ineluttabile del Mutamento: nulla resta identico a se stesso, ma tutto si trasforma;
i sistemi stellari, la struttura dell’atomo, le cose inanimate, l’uomo.
- Qi: la forza sottostante a questo mutamento, che rende possibile le continue trasformazioni in natura e nell’uomo. Qi o “forza vitale”, “energia”, tutto è Qi, la vita stessa è Qi.
- Yin e Yang: il fluire della vita può essere visto come il risultato di due movimenti opposti ma complementari: il movimento espansivo di crescita, sviluppo ed esteriorizzazione (yang); il movimento involutivo, di portare a compimento, di interiorizzazione (yin). Questi due movimenti rappresentano il ritmo naturale, il pulsare stesso della vita. Nell’uomo si esprimono nella inspirazione ed espirazione, nella contrazione ed espansione muscolare, nel battito cardiaco, nell’alternarsi di malattia e salute, di sonno e veglia, di nascita e morte. In natura nell’alternanza delle stagioni, nei moti di pianeti e costellazioni, nel susseguirsi di giorno e notte. Lo yin e lo yang sono opposti, ma non separati, l’esistenza dell’uno è necessaria all’esistenza dell’altro. Sono due aspetti di un “intero”, due facce della stessa medaglia. Il concetto di Yin-Yang non è solo una contrapposizione di contrari; è una disposizione di pensiero, di interpretare la vita, di estrapolarne il significato recondito. Quando ci riferiamo al Qi intendiamo il fluire della vita. Quando invece parliamo di Yin-Yang ci soffermiamo sulla situazione di un istante, fotografiamo un singolo aspetto e un altro cercando di monitorare le relazioni reciproche, sempre ovviamente all’interno del scorrere della vita e del Qi.
E noi cosa facciamo? Portiamo lo Shiatsu a Piazza Bologna. Shiatsu di Masunaga.
Secondo la cultura orientale l’Uomo (microcosmo) è visto come un sistema energetico chiuso ma, nello stesso tempo, aperto perché in continuo scambio con l’Universo (macrocosomo). L’Uomo è una delle tante manifestazioni del “QI” (soffio vitale) Universale che assume la forma “uomo” differenziandosi poi, all’interno del corpo, in diverse qualità: tangibile e denso il QI materiale degli organi, dei muscoli e dello scheletro; più sottile e con un ritmo veloce il QI dei Meridiani; ancor più sottile e ad alta frequenza l’energia chiamata “Shen” in parte corrispondente ai nostri concetti di spirito e mente. Nell’organismo umano il QI si specializza in diverse qualità energetiche corrispondenti alle sei coppie di Meridiani e di Organi collegate tramite una rete di relazioni funzionali. In presenza di una causa qualsiasi, il tono e la qualità stessa del QI entrano in una situazione di squilibrio riscontrabile tramite le tecniche di valutazione dell’Hara (addome) e di trattamento dei Meridiani.
Per Masunaga lo squilibrio energetico si manifesta secondo due modalità: attraverso una condizione di “bisogno” (Kyo), di vuoto, di carenza che rappresenta la causa della disarmonia e che da un punto di vista energetico assume una forma non visibile (il bisogno si nasconde); attraverso una condizione di “eccesso” (Jitsu), di pieno che rappresenta il sintomo, il luogo dove la disarmonia è visibile (l’eccesso si manifesta). La chiave di lettura sta nel percepire la relazione, la combinazione giusta tra uno specifico Kyo ed uno specifico Jitsu, nel riuscire a provocare un cambiamento nel modello energetico di “quella” persona; ciò significa coltivare la capacità di mettersi in contatto e in ascolto di ciò che Masunaga chiama “l’eco della vita” e che costituisce l’essenza profonda di un trattamento Shiatsu (shiatsu a Piazza Bologna presso AREM).
Lo Shiatsu lavora sul QI sano dell’individuo, partendo dal presupposto fondamentale che “nessuno cura nessuno” ma che il vero processo da seguire è quello di ripristinare e potenziare le proprie naturali capacità di recupero. Un trattamento consiste nel fare all’inizio una valutazione energetica della persona (attraverso il tatto, l’osservazione, alcune domande); una volta trovata la giusta combinazione di “bisogno e eccesso” (vuoto o pieno) l’operatore applica sul ricevente tecniche di pressione esercitate attraverso l’utilizzo di palmi, pollici, gomiti e ginocchia a seconda dei casi. Il trattamento è effettuato stando a terra sui futon (materassini) al fine di poter utilizzare il peso in modo rilassato ed equilibrato.
Al di là della preparazione teorica e delle tecniche specifiche, per fare uno Shiatsu energetico efficace è fondamentale intraprendere un profondo lavoro su di sé. All’interno di un trattamento quello che conta maggiormente è infatti l’ “intenzione”: vale a dire esserci con tutto il proprio essere (essere qui ed ora), mantenere “vuoti” cuore e mente in modo da riuscire ad entrare in contatto con la frequenza e le vibrazioni dell’energia del compagno, pur rimanendo in profondo collegamento con la propria.
Lo Zen Shiatsu è essenzialmente una pratica di consapevolezza sia per l’operatore che per il ricevente, è una sorta di “meditazione a due” dove non c’è una persona che dà in modo attivo e una che riceve in modo passivo (come spesso si pensa), ma entrambi partecipano allo scambio nel qui e ora. L’operatore è attivo perché lavora sul corpo del ricevente mantenendo un costante contatto con se stesso, anche il ricevente è attivo in quanto stimolato e sostenuto dall’operatore nel restare in contatto con la propria energia e nel percepirne il movimento (io come operatore Shiatsu a Piazza Bologna, presso l’associazione AREM, ho la fortuna di avere uno spazio dedicato, per mantenere contatto e concentrazione).
L’approccio è quindi di tipo olistico: presuppone un lavoro sia sul piano fisico per poter risolvere rigidità e blocchi (ad esempio a livello articolare e muscolare), sia sul piano mentale ed emotivo allo scopo di imparare a percepire anche ciò che non è immediatamente manifesto.
Nello Shiatsu sia l’operatore che il ricevente entrano in una condizione energetica di tipo meditativo. Masunaga diceva che per percepire l’energia dell’altro è necessario “comunicare da Shen a Shen” (da cuore a cuore) e diceva anche che “la pressione diventa forza risanatrice solo quando l’ego si annulla”. Ciò significa che lo Shiatsu ancora prima di essere un lavoro sull’altro è soprattutto una pratica di consapevolezza e presuppone un profondo lavoro su di sé.
Per cominciare è sufficiente essere disposti ad accettare la possibilità del nostro e dell’altrui cambiamento, come del resto avviene quando qualcosa in noi ci spinge ad iniziare un cammino di crescita e di evoluzione personale qualunque esso sia.
Sergio Pettini
Operatore Shiatsu